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Covid 19, i giocatori della Juve rinunciano a 90 milioni. Messi ha accettato il taglio di stipendio del 70%

Covid 19, i giocatori della Juve rinunciano a 90 milioni. Messi ha accettato il taglio di stipendio del 70%

“Sapevamo che la situazione avrebbe influito sui nostri guadagni. Quando chiedi soldi a un calciatore, si lamenta. Ma è una cosa che adesso riguarda tutti e non può essere criticata la Juventus, non è mica responsabile della pandemia”. Parole di Douglas Costa, esterno d’attacco della squadra di Sarri, ai microfoni di Esporte Interativo. Il tema è, ovviamente, il taglio degli stipendi in casa Juventus: 90 milioni totali, ridotte le mensilità da marzo a giugno.

Cosa succede in Serie A

Si parla di riduzione degli stipendi in tutto il mondo del calcio, a ogni latitudine. Il buon esempio è arrivato dall’Italia. La Juventus taglierà 90 milioni, riducendo gli stipendi da marzo a giugno. Nessuno si è opposto, nessuno si è offeso. Compreso Cristiano Ronaldo. Grande senso di responsabilità da parte di persone sicuramente privilegiate, ma quanto successo a Barcellona (con Messi e compagni che hanno accettato il taglio dopo un lungo tira e molla) dimostra come quello dei bianconeri sia un gesto tutt’altro che scontato.

Un mese e mezzo non sarà versato, due mesi e mezzo verranno invece pagati dopo il 30 giugno (data di chiusura del bilancio) e avranno effetto sull’esercizio 2020-21 per ridurre il rosso in quello attuale. Insomma, un “+90 milioni” che fa bene alle casse. Una cifra altissima, dato che la Juventus di quest’anno ha il monte ingaggi più alto nella storia della Serie A (adesso ci si aspetta che seguano la scia tutte le altre squadre, in primis Inter e Roma, al secondo e terzo posto nella classifica degli stipendi).

Per la salute della Vecchia Signora, decisiva la mediazione del capitano, Giorgio Chiellini, ma soprattutto l’ok di CR7 dal Portogallo. Il campione ha rinunciato a 10 milioni di euro. Se si dovesse giocare a maggio, l’accordo sarà rinegoziato (per tutti), ma ad oggi appare difficile tornare in campo per chiudere la stagione.

La confusione regna sovrana, la si percepisce anche dalle dichiarazioni di Douglas Costa: “Lo scudetto? Non si capisce ancora come andrà, è possibile che venga assegnato alla prima in classifica oppure si cercherà di terminare il campionato. Ho parlato con Chiellini: ha detto che se andrà tutto bene dovremmo ritrovarci tutti verso il 15 o il 20 aprile”. In realtà il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, dovrebbe vietare gli allenamenti per tutto il prossimo mese.

Spadafora: ”Fuori dalla realtà ripartire il 3 maggio”

In realtà Spadafora ha un’altra idea. “Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico – ha dichiarato l’esponente del governo -, lunedì proporrò di prorogare per tutto aprile lo stop alle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Estenderò le misure agli allenamenti”. Spadafora, inoltre, ha promesso “400 milioni allo sport di base, alle associazioni dilettantistiche sui territori”. E sugli stipendi dei professionisti in Serie A: “Mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento: i grandi club vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli ingaggi milionari dei calciatori. Devono capire che niente potrà più essere come prima”.

Chi sono i più pagati in Serie A

Cristiano Ronaldo è il giocatore a rinunciare a più soldi per questa emergenza: 10 milioni. De Ligt, Higuain, Pjanic, Dybala, Ramsey e Rabiot tra i 2 e i 2,5 milioni di euro ciascuno. Se anche l’Inter seguisse la Juventus nelle modalità, Lukaku (7,5 milioni all’anno) rinuncerebbe a 600 mila euro al mese per un totale di circa 2,5 milioni di euro. Stesso discorso per Eriksen.

In casa Milan, invece, i più colpiti sarebbero Donnarumma (6), Romagnoli (3,5) e Ibrahimovic (3): complessivamente farebbero risparmiare al club 4,1 milioni di euro. Dzeko (5) e Koulibaly (6) i più pagati a Roma e Napoli: i giallorossi, con il solo bosniaco, risparmierebbero 1,6 milioni. Gli azzurri, col senegalese, arriverebbero a 2. Nella Capitale, sponda Lazio, Milinkovic Savic guadagna 2,5 milioni di euro a stagione: ne perderebbe 800 mila.

In provincia, Ribery (4) rinuncerebbe a 1,3 milioni. Nainggolan (3) a 1, Belotti (1,8) a 600 mila euro. A Bologna i più pagati sono Sansone, Medel e Soriano (1,6 a testa): perderebbero 500 mila euro a testa. A Bergamo i tagli di Gomez, Ilicic e Zapata farebbero risparmiare 2 milioni di euro al club. A Genova i più pagati sono Schone (3) e Quagliarella (1,2): rinuncerebbero rispettivamente a 1 milione il rossoblù e a 400 mila euro il blucerchiato.

E ancora: Darmian (1,5 il totale – 500 mila euro il risparmio) a Parma; Pazzini (1,3 – 430 mila euro) a Verona; Petagna (1,2 – 400 mila euro) alla Spal; De Paul (800 mila euro – 266 mila euro) all’Udinese; Balotelli (1,5 – 500 mila euro); Babacar (1 – 83 mila euro) a Lecce; Berardi (1 – 83 mila euro) al Sassuolo.

Messi dice no, in Premier si tratta

Come detto, il tema della riduzione degli ingaggi non tiene banco solo in Italia. La Germania è la nazione più virtuosa, al momento: 8 club hanno deciso di aderire al piano di revisione degli stipendi, il primo è stato il Borussia Monchengladbach, seguito da Borussia Dortmund, Bayern Monaco, Schalke, Friburgo, Colonia, Union Berlin e Mainz. Non c’è un dato ufficiale, solo il Bayern ha annunciato la percentuale di taglio: il 20%.

In Premier League ancora non è stata presa alcuna decisione. Il Leeds di Bielsa si è conquistato le prime pagine per i tagli spontanei di giocatori e tecnici, decisi per salvare i posti di lavoro degli altri impiegati. I grandi club starebbero comunque pensando di creare un fondo che possa aiutare a evitare il fallimento delle società dei campionati minori, colpiti in maniera durissima dalla crisi. L’idea, al momento ufficiosa, è di tagliarsi il 20%. In Francia tutte le squadre della Ligue 1, compreso il ricco Psg, hanno ridotto gli stipendi del 30%. Ai club anche un minimo aiuto statale.

In Spagna la situazione è risultata più complessa: i club hanno chiesto una riduzione dello stipendio del 70% per i mesi di durata dello stato d’emergenza, proclamato il 14 marzo. A Barcellona Messi e compagni hanno accettato il taglio del 70% dopo un lungo tira e molla. La Pulce rinuncerà a circa 4,6 milioni di euro.