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Spadafora: “I club potrebbero chiedere lo stop della A”. Dybala ancora positivo

Spadafora: “I club potrebbero chiedere lo stop della A”. Dybala ancora positivo

Paulo Dybala, secondo i media spagnoli, sarebbe risultato positivo al quarto tampone in un mese e mezzo. Il giocatore, che si trova in isolamento a Torino, attualmente risulterebbe asintomatico. Ma il dibattito sulla ripresa o meno del campionato l’ha infiammato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, parlando stamattina a “Omnibus”, su La7. “Vedo il sentiero sempre più stretto: penserei a organizzarmi per riprendere in sicurezza il nuovo torneo che dovrà partire a fine agosto”. Ma non solo. Il ministro ha aggiunto che nella prossima riunione della Lega Serie A ci potrebbe essere una svolta dettata dalla maggioranza dei club.

“I club potrebbero chiedere lo stop”

L’anticipazione è di quelle potenti, perché di fatto consiste in un annuncio: il campionato di Serie A non sarà terminato in maniera canonica. “Penso che la prossima riunione della Lega Serie A – ha detto Spadafora – potrebbe riservare una sorpresa: la maggioranza dei club potrebbe chiederci di sospendere questa stagione e prepararsi nel migliore dei modi al prossimo campionato. Non cerco il rischio zero – ha poi aggiunto – perché non possiamo cercarlo. Ho solo chiesto che il protocollo proposto dalla Figc sia attuabile. Ad esempio: siamo così sicuri che la quantità di tamponi proposti sia davvero possibile farla? Il protocollo è applicabile anche per la Serie B e la Lega Pro che non hanno certe disponibilità economiche? Sarei un folle a demonizzare il calcio perché l’anno prossimo non ci sarebbero risorse per finanziare lo sport. Ma non posso dire oggi se a metà giugno riprenderà il campionato”.

“La Lega pensi a un piano B”

Per Spadafora, quindi, è bene che “la Lega di Serie A” pensi a “un piano B. È un invito che faccio anche alla Figc perché le soluzioni possono essere tante”. Il ministro ha spiegato che entro fine aprile ci saranno una serie di audizioni presso il Comitato tecnico scientifico sul protocollo presentato dalla Federcalcio, “e a quel punto capiremo se potranno ripartire gli allenamenti, ma ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significherebbe comunque la ripartenza dei campionati. Sono convinto che la valutazione sul protocollo arriverà al massimo entro questa settimana”.

E la deadline del campionato? “Per sapere se potrà ricominciare entro il 15 giugno – ha chiosato il ministro – bisognerà aspettare le prossime settimane e i nuovi dati del Comitato: è inutile fare pressioni sul governo o scrivere al presidente del Consiglio. Se non si vuole l’incertezza si può scegliere di fermare i campionati come hanno fatto per esempio già Francia e Olanda”.

Tommasi. “Ipotesi 5 cambi per evitare infortuni”

“Ci sarà bisogno di un mese per riportare gli atleti a uno stato di forma consono”. Questa l’indicazione di Damiano Tommasi, presidente dell’Aic ed ex calciatore della Roma e della Nazionale. Si rischierebbe, qualora il campionato riprendesse, di giocare ogni tre giorni: “Non a caso la Fifa sta studiando la possibilità di avere 5 cambi per ampliare il turnover e limitare gli infortuni. Ripartire subito significherebbe giocare ininterrottamente per 14 mesi con 2-3 gare a settimana: uno stress insostenibile. Quindi se si finisce questa stagione c’è bisogno di una pausa e di una nuova preparazione. Facciamo un passo alla volta. Se anche non si dovesse giocare per un calciatore allenarsi è importante per il mantenimento. A livello individuale il rischio di contagio non c’è”.

I dubbi del presidente dell’Aic sul protocollo sono gli stessi palesati i giorni scorsi dai medici dei club di Serie A: “La positività di un calciatore è un tema centrale. Ci si ferma? Viene isolato, si fanno i test agli altri e si prosegue? Il protocollo che è stato preparato prevedeva una serie di casistiche, però sembra che presenti delle criticità e vada rivisto. In ogni caso deve essere tutto molto chiaro su cosa fare se si riprende: test, tamponi, spazi, viaggi, trasferte, lavoro di gruppo”.

Galliani attacca la Uefa

Nel dibattito è entrato anche l’amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani. “L’origine di tutti i mali – ha detto l’ex Milan al Corriere della Sera – è l’imposizione della Uefa di far terminare tutti i campionati entro il 2 agosto per dare spazio nelle settimane seguenti alle finestre europee e ricominciare poi a settembre con i nuovi gironi delle coppe”.

Per il dirigente “la questione non è cosa pensano Spadafora, Gravina o Malagò, il punto è un altro: sono sbagliati i tempi, lo ribadisco. Sarebbe stato meglio assecondare le osservazioni della Fifa e consentire ai singoli campionati di poter concludere i tornei con le squadre sì al lavoro, ma da agosto e in campo da settembre. Adesso il Coronavirus c’è, è in giro, lo sappiamo. Diverso invece un periodo in cui, si spera, la curva del contagio si sarà abbassata. E poi la nuova stagione si sarebbe disputata nell’anno solare 2021, magari spostando gli Europei a novembre-dicembre per allinearsi ai Mondiali che si giocano negli stessi mesi dell’anno successivo”.